Il delta del Nilo

Questo mese ci occuperemo di una costellazione alquanto piccola, ma facilmente identificabile e ricca di storia: il Triangolo. Questa costellazione è formata da tre stelle disposte, come suggerisce il nome, a forma di triangolo e si trova tra la costellazione di Andromeda e quella dell’Ariete.

Nell’antica Grecia la costellazione del Triangolo veniva chiamata Deltoton e identificata come un grande triangolo isoscele, una figura geometrica che ricordava il delta di un grande fiume. Fu poi pertanto agevole far corrispondere queste tre stelle al delta dei più grandi fiumi conosciuti nell’antichità come il Danubio, l’Eufrate, il Po e, soprattutto, il fiume per eccellenza, quel Nilo lungo le cui sponde fiorì la grande civiltà egizia. Si spiegano così i seguenti appellativi: la casa del Nilo, il dono del Nilo, o ancora il dono del fiume, con cui si faceva riferimento al preziosissimo limo depositato dal fiume al rientro nel suo alveo dopo la stagione della piena sulle terre adiacenti, rese così fertili. Ricordando poi che il delta del Nilo bagna la città di Alessandria d’Egitto, dove l’astronomo Claudio Tolomeo fondò la più celebre scuola d’astronomia di tutta l’antichità, alcuni interpreti ritengono che il Triangolo abbia voluto esserne una celebrazione.

Anche la civiltà latina conobbe questa costellazione chiamata Triangulum, che secondo alcuni ricordava il Trigon, ossia un gioco effettuato con una palla imbottita e dura che tre giocatori si lanciavano, disponendosi appunto a triangolo. Un’altra traduzione in latino fu Tricuspide, ossia oggetto a tre punte, definizione che poteva riferirsi al tridente di Nettuno, il dio del mare. Un’altra interpretazione chiamava in gioco la forma triangolare della Sicilia, i cui tre vertici vennero identificati con i promontori Lilibeo, Peloruso e Pachino.

Nel profilo mitologico del Triangolo la Sicilia, l’isola dalla caratteristica forma a triangolo che le valse il nome di Trinacria, era sacra a Cerere (la greca Demetra), la mitologica dea delle messi. E fu proprio in Sicilia che la figlia Proserpina (Persefone) fu rapita dal dio Plutone e portata nel regno degli inferi. La Trinacria è nominata anche nell’Odissea. Si dice che ci viveva il pastore che guidava il carro trainato da buoi possenti e responsabile del movimento in cielo del Sole. Da qui l’appellativo di isola sacra del carro con i buoi.

Il Triangolo era conosciuto anche dagli Arabi con il nome Al Muthallath che richiama la corrispondente figura geometrica, mentre per gli antichi Ebrei era Shalish, dal nome di uno strumento dalla forma triangolare a tre corde, menzionato nella Bibbia.

L’astronomo polacco Hoevelke le affiancò una piccola costellazione, il Triangolo Minore, corrispondente a deboli stelle che si trovano vicino alle più luminose. Questa costellazione è però caduta in desuetudine. Va poi ricordato che, nei cieli australi, può essere osservata la costellazione del Triangolo Australe, nominata dall’astronomo tedesco Bayer nel suo catalogo Uranometria. Tale corrispondenza ha fatto anche in modo che la costellazione visibile alle nostre latitudini sia pure conosciuta con il nome di Triangolo Boreale. Un’ultima curiosità riguarda la scoperta dell’asteroide Cerere da parte di Padre Piazzi il 1 gennaio 1800. L’astronomo diede al pianetino il nome della dea protettrice della Sicilia anche perché lo osservò dall’osservatorio di Palermo.

Tra gli oggetti non stellari spicca M33, la ben nota galassia a spirale, coperta da Messier nel 1764: è uno dei più luminosi membri del Gruppo Locale. La sua distanza sembra essere un po’ maggiore della galassia di Andromeda ma le sue dimensioni sono minori. Le dimensioni apparenti sono ragguardevoli: la sua estensione sulla volta celeste è infatti superiore a quella della Luna piena. Ciononostante, essa resta un oggetto meno facile da osservare di quanto non possa apparire in base a questo dato: è necessario un cielo ben limpido per poter scorgere questa galassia come una macchia di luce tondeggiante già con un binocolo.

Un nuovo anno è iniziato e il cielo comincia già a farci assaporare le sue meraviglie. Piccole fiammelle ci raccontano la vita dell’uomo, delle civiltà che ci hanno preceduto.

Cieli sereni a tutti!

 

NOS Magazine numero 1 del 2005

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