Il giustiziere di superbia e vanità

La costellazione dello Scorpione è tra le più belle fra quelle che ci offrono il cielo primaverile ed estivo. Un sistema per trovare lo Scorpione consiste nel prolungare la coda dell'Orsa Maggiore verso sud, piegando leggermente verso ovest fino a incontrare due archi formati ciascuno da tre stelle brillanti. Uno di questi due è disposto in direzione nord-sud, l'altro invece ha al centro una luminosa stella rossa.

I confini moderni della costellazione dello Scorpione sono più ristretti rispetto a quelli dell'antichità: e infatti, mentre una volta il Sole la percorreva in circa un mese, secondo l'attuale ripartizione l'attraversa in soli sette giorni. Parlando della costellazione della Bilancia  si era detto che le "chele" dello Scorpione le erano state tolte dapprima per ottenere le dodici costellazioni zodiacali occorrenti, poi, secondo quanto riportato dal sacerdote egizio Manetone (terzo secolo a.C.), i sacerdoti avevano tramutato le Chele nei due piatti della Bilancia.

La costellazione era, tra l'altro, abbinata ad Ares, il dio della guerra venerato dai Romani come Marte, e la sua stella più luminosa era conosciuta con il nome di Antares (anti-Ares) poiché il suo colore rosso intenso rivaleggiava con quello del pianeta della bellicosa divinità. I Romani la chiamavano Cor Scorpii, il "cuore dello Scorpione", nome usato pure dagli Arabi (Kalb-al-Akrab).

Lo Scorpione è attraversato in gran parte dalla Via Lattea ed è posto in prossimità del centro galattico, situato nel vicino Sagittario, per cui abbonda di oggetti interessanti. Possiamo cominciare l'osservazione di alcuni di essi partendo da M4, un ammasso globulare in prossimità di Antares. È uno dei più vicini a noi e anche tra i più estesi, anche se non tra i più spettacolari. M6 ed M7 sono due ammassi aperti posti in prossimità della coda velenosa dello Scorpione, il primo richiede l'uso almeno di un binocolo mentre il secondo è visibile ad occhio nudo. M80 è un ammasso globulare piccolo, ma luminoso scoperto da Messier nel 1781. M62 è un ammasso globulare ai confini con Ofiuco e talvolta attribuito a codesta costellazione.

La costellazione dello Scorpione è indissolubilmente legata a quella di Orione, il mitico cacciatore della Beozia dalla statura gigantesca che si accompagnava ad Artemide, dea della caccia, nelle battute venatorie sull'isola di Creta. La sua fama e abilità ne accrebbero tuttavia anche la superbia, al punto di fargli affermare che non c'era animale in grado di sfuggire ai suoi inseguimenti e alla sua mira. Per punire tanta vanità Era, la regina degli dèi, creò appunto uno scorpione, che affondò nel suo piede un pungiglione mortale. Nella scelta di affidare l'esecuzione della punizione a un animale tanto piccolo c'era anche il compiacimento di una beffa nei confronti di Orione, da tutti conosciuto come un cacciatore di fiere e animali di grande stazza, tanto quanto le sue dimensioni fisiche erano fuori dal comune. Dopo la morte Orione venne posto in cielo, per ricordare agli uomini quanto sia pericoloso presumere troppo di se stessi ed eccedere in superbia e vanità. Parimenti Era volle che il firmamento si adornasse dell'immagine dell'animaletto che aveva eseguito la sua volontà. Taluni affermano che la scelta di porre Orione e l'animale che ne causò la morte così distanti fu compiuta per non accanirsi troppo contro il povero cacciatore. Il fatale aracnoide venne infatti posto nel firmamento in una zona molto lontana dalla sua vittima e, mentre l'uno è visibile nei mesi estivi, l'altro lo è soltanto in quelli invernali.

Secondo una variante del mito le infallibili spedizioni venatorie di Orione spaventarono terribilmente la dea Terra Gea, che temeva di non poter più veder correre lungo il suo corpo le amate creature animali. Così, allarmata dall'abilità del gigante beota, avrebbe inviato uno scorpione a ucciderlo, facendolo uscire da una spaccatura del suo grembo.Un'altra versione ancora dice che lo scorpione punse Orione mentre questi cercava di salvare la dea Leto dalla mortale puntura dell'animale.Un'ultima storia, infine, narra che fu la vergine Artemide, la sua compagna di caccia, a farlo uccidere dallo scorpione, in quanto egli, in un delirio di onnipotenza, aveva cercato di trovare in lei una preda molto particolare, puntando a farle perdere la sua proverbiale verginità.

Cieli sereni a tutti!

 

NOS Magazine numero 3 del 2006

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