Il pianeta rosso

In questo numero non vogliamo occuparci, come di consuetudine, di descrivere varie costellazioni, bensì vogliamo continuare l’argomento introdotto nel precedente numero e cioè il pianeta Marte.

Marte, dal greco Ares, è il dio della guerra. Probabilmente il pianeta ha ricevuto questo nome per via del suo colore rosso e molto spesso è indicato con l’espressione Pianeta Rosso. Una nota curiosa: il dio romano Marte era una divinità dell’agricoltura, prima di essere associato con il greco Ares.

Le caratteristiche principali del pianeta sono che possiede un raggio di 3394 km, circa la metà di quello terrestre, una massa pari ad un decimo di quella della Terra e questo fa sì che la sua gravità sia inferiore di circa 2.5 volte la nostra. Un giorno di Marte dura circa 24 ore e 37 minuti ed il suo anno è pari a 687 giorni.

L’orbita di Marte è notevolmente ellittica e ciò causa una variazione di temperatura di circa 30 gradi tra il periodo in cui si trova più vicino al Sole e quello in cui è nella posizione più lontana. Tutto questo ha una grossa influenza sul clima marziano. Mentre la temperatura media è di circa -55 °C contro quella terrestre pari a + 15 °C, le temperature alla superficie variano ampiamente dai -133 °C al polo nella stagione invernale ai quasi +27 °C durante le giornate estive. Il pianeta è tanto freddo perché la pressione atmosferica raggiunge appena i 7 millibar, cioè meno dell’1% di quella terrestre. L’atmosfera è costituita quasi interamente di anidride carbonica, con una piccola aggiunta di azoto ed altri gas in tracce, tra cui ossigeno e vapor acqueo.

Ci sono indizi molto evidenti di erosione in molti luoghi di Marte, tra i quali vi sono ampi sistemi di fiumi grandi e piccoli. Evidentemente un tempo c’era acqua sulla superficie: forse c’erano laghi molto estesi o perfino oceani. Tuttavia questa situazione si deve essere verificata circa quattro miliardi di anni fa e deve essere perdurata non per molto tempo.

La prima sonda che ha visitato Marte fu il Mariner 4 nel 1965. Seguirono molte altre sonde, tra le quali i due Viking nel 1976 fino al Mars Pathfinder che è giunto felicemente su Marte il 4 luglio 1997. I Viking hanno svolto esperimenti al fine di determinare se la vita esiste su Marte. I risultati sono stati in un certo senso ambigui, ma la maggior parte degli scienziati ora ritiene che essi non forniscono alcuna prova della presenza della vita su Marte. Gli ottimisti fanno notare che sono stati misurati solo due modesti campioni, e per di più tratti da luoghi poco favorevoli. Il 6 agosto 1996, David McKay annunciò la prima identificazione di composti organici in una meteorite marziana. Egli suggerì inoltre che tali composti potrebbero essere la prova di antichi microrganismi marziani (?!). Per quanto sia eccitante tutto ciò, è importante notare che tale prova non dimostra in alcun modo l’esistenza di vita extraterrestre. Ci sono stati molti altri studi contraddittori, pubblicati dopo la ricerca di McKay. Occorre ricordare che "affermazioni straordinarie richiedono prove straordinarie".

Marte possiede due satelliti: Phobos e Deimos, dal greco Paura e Terrore. I due oggetti orbitano ad una distanza rispettivamente di 9000 e 23000 km e presentano un raggio di 11 e 6 km, cioè sono corpi estremamente piccoli. Entrambi si muovono lungo orbite che giacciono sul piano equatoriale ed hanno rotazione sincrona cioè rivolgono al pianeta sempre la stessa faccia come la Luna alla Terra.

Buona visione del Pianeta Rosso e cieli sereni a tutti!

 

NOS Magazine numero 7 del 2003

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