Le celesti acque

In questo numero ci occuperemo della penultima costellazione dello Zodiaco, l’Acquario, che fa parte della famiglia delle acque celesti. Questa costellazione risulta essere molto estesa, ma costituita da stelle poco luminose. Si trova incastonata tra le costellazioni zodiacali del Capricorno, verso ovest, e quella dei Pesci, a est. Si trova a sud rispetto alla costellazione di Pegaso e del Cavallino (Equuleus).

Il suo nome, derivante dal latino Aquarius, oppure quello usato dai Greci Hydrochos, nonché poi l’arabo Sakib al-ma, indicano tutti che in quella regione di cielo gli antichi videro un uomo che versa l’acqua in direzione della sottostante bocca del Pesce Australe. Spiegazioni mitologiche per una tale figura non ce ne sono. Camille Flammarion ritenne che i popoli abitanti sulle rive dei mari raggruppassero qui delle figure cha avevano attinenza con l’acqua, come le costellazioni dei Pesci, della Balena e del Pesce Australe.

Per tale motivazione c'è poi chi sostiene che l'Acquario rappresenti Ganimede, immortalato tra le stelle nell'atto di versare alla mensa degli dei acqua e nettare, la mistura che costituiva la bevanda preferita dagli olimpici. Secondo una variante del mito ricordato a proposito della costellazione dell'Aquila, la dea dell'Aurora (Eos) si invaghì del bellissimo giovinetto e lo rapì. Successivamente Zeus, anch'egli attratto dal suo fascino, glielo portò via. Ma questa passione maschile del sovrano degli dei irritò moltissimo la sua sposa Era, anche perché il compito di provvedere alle libagioni olimpiche era già stato assegnato alla figlia Ebe, la dea della giovinezza. Le baruffe scoppiate in famiglia convinsero Zeus a rinunciare al suo “nuovo amato”, che volle però ricordare ponendolo in cielo fra le stelle dell'Acquario.

Una seconda vicenda connessa alla costellazione dell'Acquario ha per protagonista Deucalione, il mitico figlio della pleiade Celeno e di Prometeo. Deucalione e la moglie Pirra furono gli unici superstiti del diluvio inviato sulla Terra da Zeus per punire le colpe degli uomini e il loro poco rispetto nei confronti delle divinità dell'Olimpo. Dal rifugio sul monte Parnaso (o sul monte Otri, secondo una variante della leggenda) i due sopravvissuti ripopolarono il nostro pianeta, seguendo i dettami della dea Temi. Essa prescrisse loro di lanciare alle proprie spalle delle pietre: da quelle lanciate da Deucalione nacquero i nuovi esseri umani di sesso maschile, mentre da quelle scagliate da Pirra si rigenerarono le donne. La leggenda prende spunto da una terribile inondazione avvenuta in Tessaglia, zona della Grecia, intorno al IV secolo a.C. Per concludere il resoconto di questo mito, molto caro agli antichi, bisogna aggiungere che dall'unione di Deucalione e Pirra sarebbe nato Elleno, il capostipite degli abitanti della penisola greca.

La costellazione dell'Acquario contiene anche alcuni oggetti del catalogo di Messier: M2, M72 e M73. Il primo è un ammasso globulare notato la prima volta da Maraldi nel 1746 e riscoperto da Messier nel 1760. Per percepirlo basta un binocolo, che ce lo mostrerà come un batuffoletto luminoso; tuttavia, per apprezzarne meglio la natura servono strumenti più potenti. Anche M72 è un ammasso globulare scoperto da Méchain nel 1780 e poco dopo confermato da Messier, ma è poco luminoso e poco contrastato, per cui è più difficile da scorgere. M73 è invece un gruppetto di quattro stelle molto deboli. Messier le introdusse nel suo catalogo, perché il suo strumento gliele fece percepire come una nebulosa.

Oltre a questi oggetti del profondo cielo, la costellazione dell'Acquario contiene due nebulose planetarie degne di nota. Si tratta di due oggetti a cui sono stati dati dei nomignoli suggestivi, Helix Nebula (nebulosa elica) e Saturn Nebula (nebulosa Saturno), in virtù della rassomiglianza con questi oggetti. La prima è la più vicina delle nebulose planetarie. Si tratta anche del più grande oggetto di questo tipo per diametro apparente, circa la metà del disco lunare. Tuttavia essa è assai difficile da scorgere perché le sue notevoli dimensioni la rendono un oggetto assai poco contrastato. Soltanto la fotografia ne mette in risalto la bellezza. La seconda presenta, invece, dimensioni apparenti assai ridotte se confrontate con quelle della precedente. Al centro di essa si trova la stella che l'ha originata.

Cieli sereni a tutti!

 

NOS Magazine numero 6 del 2006

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