Occhi da Lince

In questo numero ci occuperemo ancora una volta di due piccole costellazioni introdotte in periodi recenti. Queste sono Camelopardalis, ovvero la Giraffa, e Lynx, la Lince. Tali raggruppamenti di stelle si trovano in una zona di cielo priva di stelle brillanti, ma sono confinanti con le più belle costellazioni del cielo.

La Giraffa è una delle tante costellazioni inventate in anni relativamente recenti, quando nel Medioevo rifiorì la cultura astronomica ed iniziarono le grandi imprese navali. Molte furono create per riempire dei vuoti tra le costellazioni più antiche, ma parecchie non sopravvissero. La Giraffa si trova in una zona facilmente individuabile, in quanto si trova vicino alla costellazione di Cassiopea in direzione dei Gemelli. È una costellazione circumpolare e questo significa che alle nostre latitudini essa non tramonta mai, essendo visibile in ogni periodo dell’anno. La disposizione delle stelle nella Giraffa riproduce abbastanza bene le fattezze dell’animale.

Essendo posta in una vasta area di volta celeste che va da regioni lontane dalla Via Lattea fino a zone attraversate dal piano galattico, la Giraffa contiene sia oggetti tipici del cielo più “profondo”, come le galassie, sia oggetti relativamente più vicini, come gli ammassi aperti.

Dato che rappresenta una costellazione di recente introduzione, mancano leggende che possano essere associate alla Giraffa. Tuttavia, ci ricorda le nozze svoltesi tra Isacco e Rebecca: La sposa, infatti, raggiunse Canaan per la cerimonia a cavallo di una giraffa.

Si deve a Plancius, astronomo olandese, il merito di aver riempito questa plaga di cielo, che altrimenti sarebbe rimasta vuota per l’assenza di stelle sufficientemente luminose da giustificare l’introduzione di una costellazione. Fu poi Jacob Brysch (o Bartschius), genero di Keplero (lo scopritore delle leggi che regolano il moto dei corpi celesti),a rendenderla universalmente nota ponendola nel suo planisfero risalente al 1624. Successivamente anche Hevelius la riportò nel suo atlante del 1690.

Pur trovandosi in prossimità dell’Orsa Maggiore, la Lince è poco nota. Il motivo va ricercato nella scarsa luminosità degli astri che la costituiscono, a cui si deve il nome. Fu infatti Johannes Hevelius che la introdusse intorno al 1660 e la chiamò così, perché asseriva che ci volevano occhi di lince per scorgerla. Trovare la costellazione della Lince, al di là delle difficoltà costituite dalla debolezza delle stelle che la compongono, non è difficile: essa si colloca infatti tra le due costellazioni, ben più luminose, dell’Orsa Maggiore e dei Gemelli.

Entro i confini della costellazione della Lince è difficile scorgere oggetti particolarmente attraenti per l’osservazione telescopica, ma un ammasso globulare merita sicuramente un cenno per la sua considerevole distanza dal centro galattico. Fu scoperto da W. Herschel nel 1788 e viene chiamato il “vagabondo intergalattico” ed alcuni lo classificano anzi come un oggetto non appartenente alla nostra Galassia. Oltre a questo oggetto, nella costellazione è possibile scorgere con un telescopio una galassia a spirale visibile quasi di taglio.

Anche se il cielo ci sembra oscuro, privo di stelle, in realtà, spostandoci fuori dalle città, senza gli impedimenti della luce artificiale, immergendoci in una sorta di pace intergalattica, possiamo scorgere in zone di cielo, fino ad allora buie, vita. Vita di stelle e di mondi lontani che, forse, solo con la nostra mente possiamo raggiungere.

Cieli sereni a tutti!

 

NOS Magazine numero 8 del 2004

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