Un incontro con la radioastronomia

Venerdì 16 maggio una quarantina di studenti del Liceo “Russell” di Cles hanno visitato i radiotelescopi di Medicina nei pressi di Bologna. Gli studenti, accompagnati dai docenti Fulvio Fugatti e Giuseppe Ioris e dall’esperto esterno Mario Sandri, facevano parte di coloro che durante l’anno scolastico in corso hanno partecipato ad almeno un modulo del corso “Conoscere le stelle” organizzato dalla scuola.

Il corso era organizzato in tre percorsi distinti: un primo modulo base di 9 incontri teorici, dove venivano affrontati temi come i pianeti, le stelle, le galassie, ma anche di carattere letterario e filosofico e sei incontri pratici alla scoperta ed alla visione della volta celeste. Il secondo modulo, denominato “Corso di perfezionamento – Astrofisica”  di cinque incontri, verteva su concetti maggiormente matematici ed era rivolto essenzialmente a far comprendere il lavoro degli astronomi. L’ultimo modulo era un “Corso di didattica in radioastronomia” di 6 ore. Quest’ultimo percorso si caratterizzava per il fatto di prevedere un’uscita presso il più grande centro della radioastronomia in Italia: i radiotelescopi di Medicina.

Il centro radioastronomico di Medicina dispone di due radiotelescopi. Il primo, la Croce del Nord è entrato in funzione nel 1965. Quando l’impianto fu allestito, si trattava del quarto esemplare al mondo di un tipo particolare di strumento, non estremamente sensibile, ma capace di un alto potere risolutivo. Il principio delle cosiddette croci di Mills, dal nome del loro progettista, è di unire due antenne allungate in direzioni perpendicolari.

Così a Medicina un’antenna è disposta nella direzione nord-sud e l’altra in quella est-ovest. I suoi bracci sono lunghi circa 600 metri. La superficie delle antenne non è continua, ma formata da fili di acciaio e i dispone in un unico grande cilindro parabolico 560x36 metri est-ovest e di 64 cilindri più piccoli 24x7 metri allineati in direzione nord-sud. Lo strumento è tuttora il maggiore radiotelescopio italiano.

Sempre a Medicina, nell’ottobre del 1983, fu inaugurato un radiotelescopio a paraboloide. Esso è entrato subito a far parte della rete di strumenti europea e planetaria che sfrutta la tecnologia detta VLBI. Il paraboloide ha una superficie riflettente di 32 metri di diametro e, a differenza della Croce del Nord, può essere orientato in qualsiasi direzione grazie alla montatura altazimutale. Il moto di inseguimento avviene su due assi, verticale e orizzontale, ed è comandato da un calcolatore.

La prima parte della visita guidata si è svolta presso il Centro Visite “Ceccarelli”, dedicato al prof. Marcello Ceccarelli, uno dei padri della radioastronomia italiana. Inizialmente vi è stata una lezione introduttiva sulla radioastronomia da parte di un astronomo dell’IRA-INAF, il quale successivamente ci ha fatto visitare il museo. Qui si trovano da un lato dei pannelli illustrativi per far comprendere cosa sia la radioastronomia, dall’altra degli esperimenti didattici atti alla comprensione del fenomeno. Però l’aspetto più interessante della visita è stato quello che riguardava la strumentazione delle antenne. Vi erano i vecchi strumenti atti all’immagazzinamento dei dati oppure vecchi apparati elettronici autocostruiti con tecniche, per allora, rivoluzionarie e all’avanguardia.

La seconda parte della visita, quella che maggiormente attirava ed ha attirato l’attenzione degli studenti, si è svolta presso i due grandi radiotelescopi. Inizialmente è stata osservata la parabola da 32 metri di diametro. Questa si stava muovendo in quanto era impegnata in un’osservazione. Fa una certa impressione essere ai piedi di una struttura alta più di 40 metri che si muove a qualche decina di metri da te! Successivamente è stata visitata la Croce del Nord. È affascinante pensare che una tale struttura sia stata costruita più di 50 anni fa, quando ancora la tecnologia non era ancora così sviluppata. Inizialmente la visita doveva finire qui, ma grazie all’incontro col direttore del complesso di medicina, l’ing. Stelio Montebugnoli, abbiamo avuto il permesso di visitare il cuore della stazione, la cosiddetta “stanza dei pulsanti”, cioè il luogo dove si trovano le apparecchiature elettroniche e la strumentazione per far funzionare la Croce del Nord.

La visita è stata molto apprezzata sia dagli studenti che dai docenti accompagnatori. Un ottimo mezzo per avvicinare il mondo della ricerca professionale al mondo della scuola e per far “toccare” da vicino gli strumenti scientifici.

Cieli sereni a tutti!

 

NOS Magazine numero 4 del 2008

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