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Giove tumultuoso, le masse di gas si muovono senza sosta

A fornire questo ritratto ravvicinato e irrequieto del gigante del Sistema Solare è la ricerca internazionale coordinata da Daniele Durante, del dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell’Università Sapienza di Roma, pubblicata sulla rivista Nature Communications e finanziata in parte dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi).

Utilizzando i dati della sonda Juno della Nasa, in orbita intorno a Giove dal 5 luglio 2016, la ricerca italiana dimostra che il campo di gravità di Giove è perturbato da oscillazioni interne che, come onde, si propagano attraverso il pianeta. I dati della sonda hanno anche permesso di misurare i periodi di oscillazione dei moti più energetici, che risultano dell’ordine dei 15 minuti e che sulla superficie generano onde di ampiezza compresa tra 15 e gli 80 metri.

 “Circa ogni 52 giorni la sonda Juno compie passaggi ravvicinati del pianeta, a circa 4.000 chilometri dal limite delle nubi.

A queste distanze Juno subisce piccole, ma misurabili, accelerazioni esercitate dalle oscillazioni interne del pianeta”, osserva Durante.

I dati di Juno sono raccolti grazie allo strumento italiano KaT (Ka-Band Translator) realizzato da Thales Alenia Space (Thales-Leonardo) e finanziato dall’Asi: riceve e ritrasmette il segnale radio inviato da un’antenna di Terra che si trova nel deserto della California, permettendo in questo modo di misurare la velocità della sonda con precisioni di centesimi di millimetro al secondo e variazioni di gravità 60 milioni di volte più piccole della gravità terrestre.

 “Per il nostro team scientifico – prosegue Durante – l’interpretazione di gran lunga più convincente è la presenza di fenomeni dinamici, quali i modi di oscillazione. Le misure mostrano quindi un pianeta in costante movimento, non solo intorno al suo asse di rotazione, attorno cui compie un giro completo in 10h e 55m, ma anche al suo interno”. Misure come queste, conclude, in futuro potranno fornire “una descrizione della struttura interna del pianeta assai più dettagliata di quanto sia possibile oggi”.

 

Fonte: ANSA

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