In questo numero parleremo di due costellazioni intimamente legate tra di loro non solo per la loro vicinanza in cielo, ma soprattutto per la storia che li accomuna: Ophiucus e Serpens.
Ofiuco, detto anche il Serpentario, è una costellazione alquanto estesa a cavallo dell’equatore celeste, ma più spostata verso il meridione: Ercole si trova poco più a nord e lo Scorpione poco più a sud. Le parti nord-orientale e sud-orientale di tale costellazione giacciono sulla Via Lattea, è attraversata dall’eclittica e il Sole vi passa dalla fine di novembre alla metà di dicembre. Le stelle di Ofiuco disegnano in cielo un grande anello irregolare.
Quasi a cingere la confinante costellazione di Ofiuco, la costellazione del Serpente appare composta da due parti separate, il Capo (Serpens Caput), posta più a occidente, e la Coda (Serpens Cauda), che segue nel movimento diurno la parte anteriore. Una volta individuato Ofiuco, il Serpente è presto trovato: la Testa è posta a destra, se si osserva il cielo tenendo il nord alle spalle, mentre la Coda è a sinistra. Il Capo del rettile celeste è identificabile in un gruppetto di quattro stelle disposte quasi a rettangolo poste tra Ercole e Boote, proprio sotto alla Corona Boreale.
Per i Greci il personaggio che fornisce lo sfondo mitologico di Ofiuco è il dio-guaritore Asclepio (o Esculapio), considerato progenitore di Ippocrate, il più celebre medico dell’antichità. Racconta il mito che la nascita di Asclepio fu abbastanza travagliata. Egli era figlio di Apollo e Coronide. Quest’ultima era segretamente innamorata di un mortale chiamato Ischys e fu sorpresa a giacere con lui, nonostante portasse in grembo il figlio del dio. Apollo, in un impeto di rabbiosa gelosia, trafisse l’amata con una freccia, uccidendola. Quando il corpo della donna si trovava già sulla pira funeraria, Apollo si pentì di aver provocato la sua morte, ma ormai era troppo tardi.
Il dio, allora, salvò il figlio che Coronide portava in grembo, affidandolo alle cure del centauro Chirone. Grazie agli insegnamenti di Chirone, Asclepio divenne un grande cacciatore e, soprattutto, un grande medico, celebre in tutta la Grecia. Le cose si complicarono quando, secondo una delle tante storie che riguardano questo personaggio, Asclepio fu testimone di uno spiacevolissimo episodio sull’isola di Creta. Qui Glauco, figlio del re Minosse, perse la vita in un terribile incidente: mentre stava giocando, infatti, cadde in un grande recipiente di miele e vi annegò. Asclepio stava esaminando il corpo del fanciullo, senza alcuna speranza di riportarlo in vita, quando un serpente si avvicinò, attratto dal profumo del miele. Asclepio lo uccise con un colpo di bastone. Successivamente arrivò un secondo serpente, che depose nella bocca del compagno abbattuto un’erba misteriosa: ben presto il rimedio produsse l’effetto di rianimarlo, consentendogli di fuggire. Allora Asclepio, che era riuscito a riconoscere l’erba utilizzata, ne mise alcuni fili nella bocca del giovane e anch’esso riprese vita immediatamente. Scoperto il segreto dell’immortalità, Asclepio decise di immortalare i due serpenti nel celebre caduceo, che divenne da allora simbolo della medicina. Il fatto che Asclepio resuscitasse i morti segnò però la sua condanna, in quanto Ade, re degli Inferi, si rese conto che, se le tecniche del famoso medico fossero divenute di pubblico dominio, nessuno sarebbe più disceso a popolare il suo regno. Così chiese aiuto al fratello Zeus, che uccise Asclepio con una delle sue folgori. Apollo allora, come rappresaglia per la morte del figlio, assassinò tre dei Ciclopi che forgiavano le folgori per il padre. La pace tra i due venne ristabilita con l’assunzione di Asclepio fra le stelle.
Come abbiamo visto anche le origini della medicina si perdono nel mito e hanno trovato posto in cielo, tra le stelle.
Buona estate e cieli sereni a tutti!
NOS Magazine numero 5 del 2004