Quand’è che una persona guarda per la prima volta con meraviglia il cielo stellato? Quand’è che si pongono le prime domande sulla vastità del cielo? A mio personale giudizio, penso da bambini, quando ancora si resta meravigliati ed incuriositi di fronte a queste fiammelle di luce che “penetrano” l’oscurità del cielo. Però è molto più difficile poter giudicare e ricordare quando l’astronomia è entrata nella vita di ognuno di noi. Tuttavia, se chiedete ad un gruppo di bambini della Scuola dell’Infanzia “Casa del Sole” di Cles quando l’astronomia è entrata nelle loro vite, vi risponderanno in coro “all’asilo!”
Tale progetto è nato sotto la spinta propulsiva di due maestre della Scuola, Francesca Vasile ed Alessia Bergamo, con il consenso della coordinatrice, dott.ssa Laura Bertoldi. Inizialmente il tutto era nato quasi come un gioco. Sembrava che fosse la solita richiesta che sarebbe rimasta lì inespressa e invece si è concretizzata con successo. Il percorso didattico era stato affidato a Christian Stringari e a Mario Sandri (lo scrivente) e consisteva in due semplici lezioni di un’ora ciascuno.
Spiegare l’astronomia a bambini così piccoli è molto diverso che farlo a ragazzi più grandi in quanto le strategie da adottare sono molto diverse e il tutto necessita di una forte partecipazione da parte degli stessi. Questi sono stati i problemi che ci siamo posti, come tanti altri inerenti alle metodologie didattiche. Ma in nostro aiuto è giunta l’esperienza delle maestre della Scuola Materna che sono molto più abituate di noi a rapportarsi con questi giovanissimi studenti.
Ricordo ancora il primo incontro. Accompagnati dalle maestre Alessia e Francesca si sono radunati nella palestra una trentina di bambini. Il loro sguardo era timoroso e al contempo incuriosito dalla presenza di due estranei che entravano nel “loro mondo”. Dopo esserci presentati come “maestri dei bambini grandi”, abbiamo mostrato la foto della loro scuola vista dal satellite e poi quella della Valle di Non, del Trentino, dell’Italia, dell’Europa e del Mondo. Ad ogni immagine avevamo un coro di voci che ci spiegavano le foto che vedevamo. L’atmosfera si stava facendo più rilassata e sui volti dei bambini cominciavano ad apparire sorrisi tipici della loro età.
Successivamente, la spiegazione doveva necessariamente abbandonare il pianeta Terra, la nostra casa, per avventurarci inizialmente nel Sistema Solare. Il primo compito è stato quello di far imparare il nome di tutti i pianeti, da quello più vicino al Sole, a quello più lontano, includendo nella nostra lista anche Plutone, anche se ormai è stato declassato a corpo minore.
A questo punto abbiamo iniziato con il primo dei nostri giochi. Il luogo deputato a questa lezione era la palestra dell’istituto. Per terra avevamo attaccato 9 corde, una per ogni pianeta, in modo da simulare le orbite planetarie. A turno è stato scelto un bambino per rappresentare un pianeta. A ognuno di essi è stata consegnata una corona con l’immagine del pianeta che stava rappresentando. Partendo dal centro col nostro Sole, si è passati a Mercurio e a tutti gli altri. Ognuno si doveva muovere sulla propria orbita, come i pianeti fanno nella realtà. In questa “giostra” è stata inserita anche la Luna, che aveva il compito di ruotare intorno alla Terra, cosa assai difficile nella realtà delle cose. Si è ovviato ad una Terra e una Luna che percorrevano il loro moto di rivoluzione “a braccetto”. Il primo gioco così si era concluso. Però non ancora le sorprese…
In un attimo di pausa, tra un gioco e l’altro, è stato fatto l’esperimento di insegnare qualcosa di più riguardo alle stelle. Come sono fatte, che colore hanno e, soprattutto, cosa rappresenta il colore per una stella. Non è semplice spiegare a un bambino che le stelle hanno colori diversi perché hanno temperature diverse. Il concetto di qualcosa che scotta però è conosciuto da tutti. Sono ormai abituati a vedere fiamme di colore diverso, quella del gas di casa, tipicamente azzurrina, oppure quella di una candela o di un fuoco, molto più gialla e rossa. E su aspetti tipici della loro vita è stato possibile effettuare una piccola lezione sui misteri delle stelle.
Il secondo e ultimo gioco della giornata prevedeva da parte dei bambini di disegnare le costellazioni zodiacali. Le maestre avevano preparato su dei cartelloni le stelle che facevano parte di alcune famose e luminose costellazioni del cielo. I bambini venivano invitati a partecipare due alla volta: ad uno veniva data un’immagine con le stelle della costellazione unite da quelle ormai note linee immaginarie; l’altro, sotto la supervisione degli insegnanti, doveva unire le stelle sul cartellone. Una volta finito questo processo, il foglio veniva appeso e sotto di esso si sedevano i due “pittori”.
Terminato il gioco, terminata la lezione. E quale modo migliore se non con una canzone. Al ritmo di “Nove pianeti, mille segreti” bambini e maestri hanno formato un grande cerchio e ballato e cantato assieme.
Il secondo incontro è stato altrettanto entusiasmante. Ormai per i bambini eravamo diventati i “signori delle stelle”. L’attività è stata altrettanto intensa e ricca di innumerevoli soddisfazioni. L’incontro è iniziato con un momento teorico, ma comunque molto piacevole per i bambini. Abbiamo mostrato loro numerose immagini: dalla cagnolina Laika, il primo essere vivente lanciato nello spazio, ai vari oggetti del cielo che compongono l’universo (pianeti, satelliti, stelle, nebulose, galassie, etc.). I bambini hanno dimostrato molto interesse intervenendo con piacere quando interpellati e ponendo varie domande.
Il tutto è stato concentrato sulla ripresa dei concetti che erano stati visti nella lezione precedente. Il punto cruciale era capire cosa sono le costellazioni e come riconoscerle. È vero che le avevano disegnate, ma questo non era sufficiente. Era questo un gesto meccanico, che in qualche maniera non li soddisfaceva pienamente. I bambini di questa età hanno bisogno di toccare con mano quello che fanno.
Qual è il modo migliore di ovviare a questo problema se non farli partecipi in prima persona della vita del cielo. Con in testa, questa volta, una corona con impressa una stella di diversi colori, sono stati loro a interpretare le stelle del cielo. Si sono disposti secondo gli allineamenti tipici per rappresentare le costellazioni. E gli amici ad ammirarli estasiati. Il gioco è risultato di grande impatto sui bambini.
E la giornata come poteva concludersi in maniera diversa se non con un girotondo con le note di “Nove pianeti, mille segreti”, divenuta ormai sigla ufficiale dell’evento. I bambini felici si sono allontanati per la loro merenda e noi… …dietro loro per una meritata tazza di te. Un caloroso saluto da parte di tutti loro ai “signori delle stelle”, e via, ognuno alla ricerca della propria stella.
L’interesse che hanno dimostrato i bambini per questo argomento è stato recepito anche dai genitori, che, nell’allestire il presepe, hanno voluto renderlo un po’ più “spaziale”, ricostruendo il sistema solare nel cielo sopra la capanna.
Cieli sereni!