Sono in 250mila, appartengono a 192 nazioni diverse e hanno mezzo milioni di computer: è questo l'esercito di volontari che partecipa al progetto di calcolo distribuito denominato Einstein@Home.
Sempre più spesso importanti istituti ed enti scientifici di livello mondiale coinvolgono dilettanti e pubblico generico nell'elaborazione del materiale ottenuto tramite strumentazione professionale, e fra le pratiche più diffuse c'è proprio il calcolo distribuito, che sfrutta, attraverso appositi software, i tempi morti di computer collegati alla Rete, impiegandoli nella riduzione dei dati.
Einstein@Home era nato nel 2005 su iniziativa del Center for Gravitation and Cosmology della University of Wisconsin-Milwaukee, e del Max Planck Institute for Gravitational Physics, Albert Einstein Institute (AEI) di Hannover, per la ricerca di onde gravitazionali nei dati raccolti dal Large Interferometer Gravitational Observatory. Poi dal 2009 era stato allargato alla ricerca di segnali radiopulsati nelle osservazioni condotte con il grande radiotelescopio di Arecibo.
Ed è proprio in quest'ultimo ambito che è nata la scoperta di una stella di neutroni molto particolare, attribuita ai tre "citizen scientists" Chris e Helen Colvin, di Ames, nell'Iowa, e Daniel Gebhardt, di Mainz, in Germania.
Denominata PSR J2007+2722, è distante 17mila anni luce e compie 41 rotazioni al secondo, come indica il segnale scovato nei dati distribuiti al popolo di Einstein@Home. La particolarità di questa pulsar sta nel fatto che a differenza della gran parte delle sue "consorelle" non mostra alcuna presenza di una stella compagna e possiede un campo magnetico più debole della media, caratteristiche che hanno subito attirato l'attenzione degli specialisti e garantito una meritata pubblicità all'intero progetto.
E' questa infatti la prima autentica e significativa scoperta prodotta da un programma di calcolo distribuito, in barba a progetti ben più celebrati ma del tutto sterili, come ad esempio SETI@Home.