In questo numero ci occuperemo di una costellazione facilmente identificabile anche dai meno esperti in quanto presenta una forma alquanto particolare: la Corona Boreale.
La Corona Boreale è una piccola costellazione, in una regione posta tra l’aquilone di Boote e l’evanescente Ercole. Però è una costellazione facilmente identificabile tramite la disposizione a semicerchio di sette stelle piuttosto luminose. La stella più luminosa del gruppo è anche quella centrale. Ha il nome di Gemma o Margherita (cioè la perla), ma viene pure riportato il nome di Alphecca.
È indubbio che il nome derivi dalla disposizione delle stelle a mo’ di diadema e che ad Ovidio ricordò il mito di Arianna. Le leggende riguardanti la costellazione della Corona Boreale sono legate a uno dei miti più conosciuti dell’antichità, che ruota attorno al labirinto di Creta e all’uccisione da parte di Teseo del Minotauro.
Si narrava che, ogni nove anni, sette giovinetti e sette fanciulle vergini di Atene, allora sotto l’influenza cretese, dovevano essere inviati sull’isola, dove li attendeva un terribile destino. Introdotti in un luogo pensato apposta dall’architetto Dedalo perché ci si perdesse, erano destinati al pasto del mostro per metà uomo e per metà toro. Nato dall’incontro fra Pasifae (la regina di Creta) e un bellissimo toro bianco, grazie ad una vacca di legno costruita dallo stesso Dedalo all’interno della quale Pasifae si era introdotta, il Minotauro aveva già fatto molte vittime. Teseo, erede al trono di Atene, giunto a Creta per liberare la sua città da quel feroce tributo, penetrò nel labirinto e affrontò il Minotauro, uccidendolo. Per uscire ebbe l’aiuto della bella Arianna, figlia del re, che gli diede un gomitolo di filo dorato onde potesse segnare il percorso e ritrovarlo al ritorno. I due, diventati amanti, fuggirono insieme, ma Teseo abbandonò ben presto la principessa sull’isola di Nasso. Per consolarla, il dio Dioniso le regalò una ghirlanda o, secondo un’altra leggenda, una corona di gioielli. Quando Arianna passò a miglior vita Dioniso, ripresa in consegna la corona, decise di collocarla in cielo.
Secondo un’altra variante del mito, la costellazione rappresenterebbe invece la ghirlanda lanciata da Dioniso durante la celebrazione del matrimonio fra Teseo e Arianna, oppure, secondo un’altra, la corona donata a Teseo stessa dalla dea marina Teti. La luce intensa della corona avrebbe illuminato il cammino dell’eroe nel labirinto.
I Cinesi chiamavano questa costellazione la “conchiglia con la perla”, mentre i Persiani e gli Arabi la conoscevano come il “vassoio derviscio”, la “ciotola dell’elemosina” ovvero, poiché il cerchio formato da queste stelle è incompleto, il “vassoio rotto”. Infine i pellerossa Shawnee conoscevano l’asterismo come la ”sorella celeste”.
La Corona Boreale non contiene oggetti osservabili nei telescopi per dilettanti, tuttavia entro i suoi confini troviamo un ammasso di galassie. La distanza di quest’oggetto da noi è ragguardevole, essendo pari a circa un miliardo di anni luce.
Vorremmo concludere questo numero con una citazione: "L'astronomia è quasi certamente la più antica delle scienze e ha contribuito più di ogni altra all'evoluzione del pensiero. Nata dalle necessità della vita quotidiana (misura del tempo, agricoltura, navigazione, ecc.) e dall'interesse dell'uomo per i grandi fenomeni della natura, è rimasta strettamente associata alla stessa vita umana in un connubio indissolubile."
Cieli sereni a tutti!