Sette pianeti intorno ad una stella

A 127 anni luce dalla Terra, nella costellazione australe dell’Idra, la stella HD 10180 assomiglia molto a quella che illumina le nostre giornate: stessa grandezza, stessa temperatura, stessa luce. È stata comunicata il 24 agosto scorso dagli astronomi dell’università di Ginevra e dal loro team internazionale diretto da Michel Mayor, il ricercatore che nel 1995 ha osservato, con Didier Quéloz, il primo corpo celeste orbitante attorno a una stella che non fosse il Sole che questa stella si trova al centro di un sistema di pianeti: sono sicuramente cinque, molto probabilmente sette.

Ancora una volta questa scoperta è da attribuire all’occhio acuto dello spettrografo Harps (High Accuracy Radial Velocity Planet Searcher), un particolare strumento di progettazione elvetica posto sul telescopio dell'Osservatorio europeo meridionale di La Silla, in Cile.

Ma come si fa a scoprire cinque o addirittura sette pianeti in un colpo solo? “Quando ce ne è una sola, è relativamente semplice individuarla. Si riceve un unico segnale sinusoidale. Invece, per questa recente scoperta inizialmente non riuscivamo bene ad interpretare i dati raccolti. Osservavamo la stella che variava, ma in una maniera apparentemente caotica. Abbiamo continuato a raccogliere i dati e man mano abbiamo rilevato differenti segnali: una frequenza di 6 giorni, un’altra di 16, di 50, di 120 e di 600”, spiega l’astronomo Christophe Lovis, l'autore principale della pubblicazione su HD 10180.

Si tratta del tempo impiegato dai cinque corpi celesti – della massa approssimativa di Nettuno – per percorrere la propria orbita. Il sistema potrebbe però comprendere anche altri due pianeti: quello grande – simile a Saturno – percorre l’orbita attorno al suo sole in 2200 giorni e quello piccolo – 1,4 volte la massa terrestre – impiega soltanto 28 ore per il moto di rivoluzione.

Sono pianeti relativamente piccoli. Abbiamo così dimostrato che ora siamo in grado di individuare sistemi complessi formati da piccoli corpi celesti. Si aprono così prospettive immense, dato che ci sono probabilmente molti sistemi di questo tipo”, afferma ancora Christophe Lovis.

L’altra scoperta interessante è che i pianeti attorno a HD 10180 sembrano, come nel nostro sistema solare, disposti secondo la legge detta di Titius-Bode: iniziando dal corpo celeste più prossimo alla stella, rispetto a quello precedente la distanza dal Sole del pianeta successivo si raddoppia.

Il sistema HD 10180 non è comunque un gemello del nostro. I pianeti sono nettamente più vicini gli uni agli altri. Così, dei cinque identificanti senza ombra di dubbio, il più lontano si trova più vicino alla sua stella che Marte dal Sole.

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