Continuando con le costellazioni zodiacali, è questa la volta del Cancro, o Gambero, o Granchio, situato tra le due appariscenti costellazioni dei Gemelli ad ovest e del Leone ad est. Il Cancro tuttavia non è una costellazione molto vistosa, non contenendo alcuna stella luminosa.
Per trovarla ci aiuteremo della già conosciuta, speriamo, costellazione del Leone che in questo periodo è visibile a sud dopo intorno alle ore 21. Ad ovest del famoso punto di domanda rovesciato che caratterizza la parte anteriore dell’imponente animale, si scorge una zona di cielo povera di stelle. Con un po’ di attenzione si può scorgere una Y rovesciata che rappresenta la costellazione che stiamo cercando. In tale periodo e per quello successivo abbiamo la fortuna che al centro di tale costellazione, intorno alle ore 21 e 30, si trova il pianeta Giove, astro la cui luminosità è nettamente superiore a quella delle stelle circostanti e dunque di facile identificazione.
Proprio al centro di questo asterismo, molto vicino al pianeta in transito, si trova l’oggetto più notevole di questa costellazione: il famoso Presepe. Tale oggetto, scientificamente chiamato M44, è un ammasso aperto di stelle, cioè un raggruppamento molto fitto di astri che è facilmente osservabile ad occhio nudo in serate limpide, ma che rivela tutta la sua bellezza attraverso la visione tramite un binocolo. Antico è il nome latino di Presepe attribuito al grande ammasso stellare: Plinio il Vecchio lo chiama così e lo descrive assieme a due stelle che chiama gli asini, quello boreale e quello australe. È quindi chiaro che il nome non ha nulla ha che fare col presepio di San Francesco; sarebbe meglio tradurlo come mangiatoia o greppia. I popoli di lingua inglese lo chiamano Beehive, l’alveare. Esiste in tale costellazione un altro oggetto simile, ma di luminosità nettamente inferiore e dunque di più difficile identificazione: M67.
Malgrado ciò che si è detto riguardo il suo modesto aspetto, il Cancro è una delle costellazioni più antiche, della quale parlano già sia Eudosso che Ipparco. Nella filosofia caldea esisteva una parte oscura sita in questa regione, attraverso la quale le anime scendevano dal cielo per entrare nei corpi. Sia tra i Greci sia tra i Latini, il nome significa granchio o gambero, il che evidentemente non è lo stesso, cosicché nei planisferi ed atlanti apparvero nel passato entrambi codesti animali.
Secondo una leggenda, la costellazione del Cancro sarebbe legata ad un granchio che compare durante una delle fatiche di Ercole. L’eroe greco stava infatti lottando nella palude di Lerna contro la terribile Idra, il mostro dalle numerose teste, allorché un granchio spuntò dall’acquitrino e morse Ercole con una delle chele. Infastidito dalla presenza dell’animaletto, Ercole lo schiacciò senza pietà, ma per volere di Giunone, che di Ercole era nemica, il piccolo crostaceo fu trasformato in costellazione.
Secondo un’altra tradizione, il Cancro deve il suo nome al fatto che anticamente il Sole interrompeva il suo moto ascendente in cielo mentre attraversava questo asterismo, invertendo quindi il suo spostamento, come a volte fanno i granchi.
Il cielo è un dipinto che racconta le gesta di eroi, di mitici animali, ma soprattutto narra le vicende dei popoli che ad esso hanno consegnato la loro storia, i loro ricordi e i loro costumi. Guardare il cielo è un po’ come fare un viaggio del tempo alla scoperta di antichi popoli e di usanze e costumi che ormai non esistono più.
Cieli sereni e giorni di pace a tutti!
NOS Magazine numero 4 del 2003