Cosa ha di particolare questa foto? Potrebbe piacere o non piacere, gusti personali o bravura di chi la ha scattata e/o elaborata. In realtà questa foto racconta una storia, che se può essere colta se non viene raccontata. Per me l’astrofotografia, come per molti di voi, è un hobby. Non mi definisco un astrofotografo e non starò qui a fare un discorso “esistenziale” su cosa significhi fare astrofotografia. Vi voglio spiegare, però, alcuni aspetti che per ME rappresentano l’astrofotografia. Questo è un hobby, non diventerò mai famoso e lo faccio in primis per me, ma nonostante questo sono sempre alla ricerca di migliorarmi, studiando, provando, riprovando e sbagliando. Ma è anche un momento di condivisione con amici e appassionati come me. Ed è in quest’ottica che nasce questa foto o per meglio dire l’unione di due foto. Nel periodo natalizio, quando il telescopio non riprendeva il soggetto principale vuoi non farlo lavorare? Ed allora ho iniziato a riprendere soggetti così per accumulare esperienza. Cosa fare, cosa non fare, vedendo i soggetti dei miei amici decido di puntare la nebulosa Medusa ( Sh2-274). La punto per tre notti in tutto 4 ore, nulla di che. Poi mi rendo conto che più o meno nello stesso periodo Fabrizio aveva fatto lo stesso (lui 3,5 ore). Il caso vuole che fossero fatte due con filtri simili e abbiamo la strumentazione simile. Passa un mese e mezzo e i dati sono lì. Vi dicevo che l’astrofotografia è ricerca, sperimentazione e vi viene la malsana idea di unire le due riprese. Ma come? Chiedi a destra e a manca, sembra che pochissimi facciano questa cosa. Per fortuna che ci sono persone gentili, per fortuna che conosco un po’ PixInsight e trovo la strada che per me risulta ottima (grazie a chi mi ha aiutato). Ed ecco che da due foto ne nasce una, del tutto casuale, non studiata e non programmata.
Questo per me rappresenta lo spirito dell’astrofotografia.