L'alone di stelle che avvolge la Via Lattea ha una forma ellittica e allungata simile a un cocomero, non sferica come si era sempre immaginato: questa indicazione, utile per indirizzare meglio la 'caccia' alla materia oscura, emerge da uno studio pubblicato su The Astronomical Journal dai ricercatori dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics negli Stati Uniti.
L'alone stellare della Via Lattea è la porzione visibile del cosiddetto 'alone galattico', quella regione dello spazio che circonda le galassie a spirale come la nostra e che è dominata dalla materia oscura invisibile, la cui presenza è misurabile solo attraverso la gravità che esercita.
Scandagliare la forma dell'alone stellare della Via Lattea è un'impresa ardua perché ci troviamo immersi al suo interno. La svolta è arrivata nel 2013 con il lancio del telescopio Gaia dell'Agenzia spaziale europea (Esa), che ha permesso di realizzare le misure più precise mai ottenute per calcolare la posizione e i movimenti di migliaia di stelle lontane.
Questi dati sono stati incrociati con quelli ottenuti dal programma di ricerca H3 (Hectochelle in the Halo at High Resolution), che ha raccolto osservazioni dettagliate di decine di migliaia di stelle dell'alone che erano troppo lontane per poter essere valutate da Gaia.
Grazie a questi dati "ora sappiamo che l'immagine da manuale che descrive la nostra galassia come inserita in un volume sferico di stelle deve essere buttata via", afferma l'astronomo Charlie Conroy. L'inclinazione e la distribuzione delle stelle nell'alone sono in linea con una delle principali teorie riguardanti la sua formazione. Secondo questo modello, l'alone stellare sarebbe il risultato dello scontro della Via Lattea con una galassia nana solitaria (chiamata Gaia Encelado), avvenuto circa 7-10 miliardi di anni fa. Dopo tutto questo tempo le stelle avrebbero dovuto disporsi in maniera sferica: se non lo hanno fatto, è probabilmente per colpa dell'alone galattico che potrebbe avere una forma irregolare a sua volta: sapere dove si concentra potrebbe aiutare a mirare meglio gli esperimenti che cercano di intercettare la materia oscura.
Fonte: ANSA