Lo scorso 13 aprile il piccolo elicottero marziano Ingenuity ha azionato le sue eliche per la 50esima volta, percorrendo 320 metri in poco più di 2 minuti e mezzo, durante i quali ha infranto anche il precedente record di altezza, salendo fino a 18 metri. Ingenuity, che il 19 aprile ha festeggiato i suoi primi due anni su Marte, fu inizialmente concepito come dimostratore tecnologico, un modo cioè per provare che il volo controllato a motore su un altro pianeta fosse possibile. Le innumerevoli difficoltà previste durante la missione avevano portato a stabilire un obiettivo massimo di 5 voli, visti allora come un traguardo difficilmente raggiungibile. Ma volo dopo volo, l’audace velivolo si è preso il centro della scena sul Pianeta rosso, sorprendendo tutti.
Nonostante questi numeri impressionanti, non si pensi che Ingenuity possa godere di una vita tranquilla: ogni volta che compie un nuovo volo deve ormai affrontare territori praticamente inesplorati che, soprattutto al momento dell’atterraggio, potrebbero rivelarsi fatali. «Non siamo più nel Kansas marziano», spiega Josh Anderson, responsabile delle operazioni presso il Jet Propulsion Laboratory della Nasa. «Stiamo sorvolando i resti prosciugati di un antico fiume, pieno di dune di sabbia, massi e rocce, e circondato da colline che potrebbero mangiarci a cxolazione. E anche se di recente abbiamo aggiornato il software di navigazione a bordo per aiutarci a determinare i campi d’aviazione sicuri, ogni volo è sempre un’impresa».
A complicare ulteriormente le cose è la necessità di Ingenuity di rimanere sempre in contatto con la sua base, posizionata all’interno del rover Perseverance. La base è un elemento cruciale, essendo lo strumento tramite il quale avvengono le comunicazioni con il centro di controllo Nasa situato al Jet Propulsion Laboratory, in California. Grazie al suo sistema di navigazione automatica, il rover Perseverance, che attualmente si sta dirigendo verso il monte Julian, può percorrere centinaia di metri ogni giorno. È però fondamentale che Ingenuity rimanga al passo, sempre nel raggio di comunicazione con il rover. Compito tutt’altro che semplice: non bisogna solo fare i conti con l’insidioso terreno marziano, ma anche con il fatto che ogni notte, quando il Sole non può alimentarlo, l’elicottero si spegne. Così, ogni mattina, la base del rover deve cercare il segnale nel momento in cui è previsto che Ingenuity si riaccenda.
Date queste difficoltà, e nonostante fin qui Ingenuity si sia comportato egregiamente nell’affrontare le complesse sfide del Pianeta rosso, il team di controllo è consapevole che la missione potrebbe terminare da un momento all’altro. Ma, in ogni caso, sarebbe un successo senza precedenti. Infatti, il piccolo velivolo non solo sta contribuendo in maniera determinante al cammino di Perseverance, fornendo un punto di vista privilegiato sul terreno da affrontare, ma sta anche fornendo dati estremamente utili agli ingegneri per la progettazione dei futuri elicotteri marziani, come ad esempio quelli per il recupero dei campioni su Marte proposti dalla campagna Mars Sample Return.
Costruito con molti componenti di serie, come processori e fotocamere di smartphone, Ingenuity ha superato di 23 mesi terrestri e 45 voli la durata prevista. Ad oggi, ha volato in totale per oltre 89 minuti e più di 11,6 chilometri. «Abbiamo fatto tanta strada e vogliamo andare ancora più lontano», dice Teddy Tzanetos, responsabile del team della missione al Jpl. «Ma sappiamo fin dall’inizio che il nostro tempo su Marte è limitato e ogni giorno operativo è una benedizione. Che la missione di Ingenuity finisca domani, la prossima settimana o tra qualche mese è qualcosa che nessuno può prevedere al momento. Quello che posso prevedere è che, quando succederà, ci sarà una bella festa».
Fonte: Media INAF