Appuntamento giovedì 22 giugno a Milano, nella sala immersiva del Meet Digital Culture Center, in viale Vittorio Veneto 2, per l’opening di Deep Sensing, un’opera d’arte immersiva basata sulla visualizzazione di dati dall’universo e sistemi di intelligenza artificiale, realizzata dagli artisti del Rixc, The Center for New Media Culture (Riga), Rasa Šmite e Raitis Šmits. Accompagnata da un testo curatoriale di Maria Grazia Mattei, fondatrice e presidente di Meet, e Patrizia Caraveo, astrofisica, l’installazione prende spunto dallo storico radiotelescopio RT-32 di Irbene, nella Lettonia occidentale, che dopo il 1994 è diventato uno strumento a servizio degli scienziati. La gigantesca antenna di 32 metri è stata progettata per ricevere segnali dalle profondità dello spazio.
Vent’anni dopo un famoso convegno sull’astronomia, “RT-32. Acoustic Space Laboratory” (2001), tornando al radiotelescopio di Irbene, Rasa Šmite e Raitis Šmits hanno lavorato a un progetto di ricerca artistica per affrontare questioni socio-ecologiche. Deep Sensing è un’opera d’arte che riflette sulla storia, sull’evoluzione del radiotelescopio e sul ruolo che questo impianto ha avuto e continua ad avere nella ricerca spaziale. Nell’installazione, la storica antenna diventa una nuvola di punti immateriali, una visualizzazione di dati sonori dall’universo. L’esperienza immersiva permette al pubblico di visualizzare la convergenza delle radiazioni cosmiche e delle onde elettromagnetiche che arrivano dal Sole e dagli altri pianeti, così come da stelle di altre galassie e da misteriosi buchi neri inesplorati.
«Nello spazio vuoto i suoni non possono propagarsi. Eppure gli oggetti celesti cantano – o più precisamente vibrano – e noi possiamo trasformare queste vibrazioni in suono dopo averle registrate», spiega Patrizia Caraveo. «Collegando un altoparlante ai loro telescopi, i radioastronomi possono convertire in suono i segnali che ricevono. Il processo di sonificazione si applica facilmente a tutti i fenomeni ciclici, perché i periodi vengono immediatamente trasformati in frequenze sonore. L’idea non è nuova: interpretare i moti ritmici dei pianeti in un contesto musicale era forse un passatempo di Pitagora, e certamente lo applicò Keplero quando scrisse il trattato intitolato Harmonices Mundi, in cui faceva corrispondere a ogni pianeta una forma geometrica solida e un’armonia musicale. La sonificazione è un modo diverso di addentrarsi nell’intimità degli oggetti celesti e, oltre ai suoi usi scientifici, può assumere anche un inaspettato valore artistico. Ci immergeremo in un’esperienza multimediale costruita a partire dai dati raccolti da un radiotelescopio, collegando il cielo e la Terra alla ricerca di una nuova armonia».
Rasa Šmite e Raitis Šmits sono artisti con sede a Riga (Lettonia) e Karlsruhe (Germania), co-fondatori del Rixc Center for New Media Culture di Riga, in Lettonia, co-curatori del Rixc Art and Science Festival e redattori capo di Acoustic Space. Insieme creano opere d’arte visionarie: dai pionieristici esperimenti di internet radio negli anni ’90, alle indagini artistiche sullo spettro elettromagnetico e alle collaborazioni con i radioastronomi, fino alle più recenti esplorazioni “tecno-ecologiche”. I loro progetti hanno avuto diverso nomination (Purvitis Prize 2019, 2021, International Public Arts Award – Eurasian region 2021), sono stati premiati (Ars Electronica 1998, Falling Walls – Science Breakthrough 2021) ed esposti ampiamente in varie istituzioni tra cui la Biennale di architettura di Venezia, il Museo nazionale delle arti della Lettonia, House of Electronic Arts di Basilea, Ars Electronica Festival di Linz e in altre sedi, mostre e festival in Europa, Stati Uniti, Canada e Asia.
Ingresso gratuito con prenotazione.
Fonte: Media INAF