Dall’immagine che Perseverance ha scattato recentemente nei pressi di Yori Pass si possono distinguere rocce grigie sparse sopra una superficie dal colore più caldo. Compito dei geologi planetari è capire attraverso osservazioni fisiche e chimiche la storia che queste rocce ci raccontano e il colore è uno dei primi indizi che potrebbe suggerire come si sono formate.
Quando vediamo colori diversi, come in questo caso, si potrebbe sospettare che l’origine delle due tipologie di rocce sia diversa. Altre caratteristiche fisiche su cui puntare l’attenzione sono le dimensioni, la spigolosità, la consistenza e il contesto. Ad esempio, le rocce grigie e spigolose (con i bordi più affilati) che si trovano in primo piano appaiono simili a uno sperone roccioso che il rover aveva oltrepassato in un’altra area chiamata Boston Knob. Il termine geologico per questo tipo di roccia è “roccia galleggiante” – float rock, in inglese – perché l’impressione è che non si sia formata in quel luogo bensì vi sia stata trasportata successivamente. Tali rocce potrebbero essere state espulse negli impatti che hanno portato alla formazione dei crateri, trascinate dai ghiacciai o trasportate dal vento o dall’acqua.
Considerando il colore della roccia sottostante, sembra essere più coerente con il tipo di terreno visto in altri affioramenti a grana fine del delta e probabilmente potrebbe contenere minerali argillosi, estremamente interessanti per le loro potenzialità in termini di conservazione di firme biologiche. Entrambi i tipi di roccia visti a Yori Pass sono interessanti, anche se per motivi diversi, perché ognuno può indicare condizioni e tempi differenti all’interno della storia del delta.
Al sol 614 (11 novembre 2022) gli scienziati hanno iniziato ad analizzare questa zona con gli strumenti Pixl e Sherloc, quindi a breve si avranno i risultati sulla composizione chimica per capire se si potrà procedere con un campionamento.
Fonte: Media INAF