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Quel triangolo di Sole

È un triangolo di plasma solare, quello che si libra sopra la superficie infuocata della nostra stella, ed è stato immortalato da Andrea Vanoni, 36enne astrofotografo veronese specializzato in riprese ad alta risoluzione del Sole. L’immagine è stata selezionata dalla Nasa come immagine astronomica del giorno, o Apod, di questo lunedì 2 settembre. Astrofotografo da 16 anni, questo è il primo approdo di Vanoni sotto i riflettori della Nasa. Media Inaf  l’ha quindi contattato per sapere tutti i dettagli e i segreti del suo scatto.

Ci può svelare qualche dettaglio sullo scatto? Dove si trovava?

«Ho ripreso questo evento dal mio osservatorio privato, che si trova a Mantova, presso la mia abitazione. Mi sono accorto subito che fosse un evento particolare in quanto la protuberanza era quasi completamente distaccata dalla cromosfera solare, ma manteneva una forma veramente suggestiva. Ho quindi pensato di fare più filmati per immortalarla con il telescopio solare».

Che strumento ha usato?

«Il telescopio che utilizzo è un rifrattore acromatico da 152mm di diametro e 900 di lunghezza focale, abbinato a un filtro solare Daystar Quark Cromosphere e una telecamera Zwo Asi 178mm. In post produzione ho lavorato l’immagine con un software di stacking per avere il massimo dei frames e ottenere un’immagine molto nitida. Successivamente la cromosfera è stata invertita in negativo per dare maggior risalto alla “superficie”. Il colore è stato dato artificialmente in quanto utilizzo una telecamera monocromatica».

Come mai quel giorno ha deciso di volgere la camera al Sole?

«Quel giorno (il 26 agosto scorso) il Sole era particolarmente attivo, sia come macchie solari presenti sia come protuberanze. Quando posso riprendo il Sole con costanza, in quanto ogni giorno cambia e regala emozioni diverse».

Rispetto all’astrofotografia “notturna”, quella solare ha bisogno di accortezze in più. Quali?

«Rispetto alla fotografia notturna è necessario utilizzare filtri che siano totalmente sicuri per evitare in primis danni agli occhi e successivamente alla strumentazione. In questo caso è stato utilizzato un filtro solare (Daystar Quark Cromosphere) per permettere di osservare e riprendere il Sole in tutta sicurezza. Purtroppo, sono filtri molto costosi e per avvicinarsi a questo mondo suggerisco ai neofiti di rivolgersi a esperti».

Le capita spesso di fotografare il Sole?

«In tutti questi anni mi sono specializzato in riprese ad alta risoluzione di Sole, Luna e pianeti. Sono inoltre divulgatore scientifico con il gruppo Astroavventura. La mia passione è nata in giovane età, a otto anni, quando i miei genitori mi regalarono un piccolo telescopio per la comunione. Il primo pianeta che osservai fu Saturno e da allora è stato continuo amore».

 

Fonte: Media INAF

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