Iniziamo con il capire il numero, 23° 26’ 11” o più facilmente memorizzabile, 23° ½. Si tratta dell’inclinazione dell’asse di rotazione terrestre rispetto al piano di rivoluzione attorno alla nostra stella. E perché è così speciale questo parallelo? Per il fatto che rappresenta la posizione più a Nord raggiunta dal sole nell’arco di un anno e per gli abitanti dell’emisfero boreale significa anche l’inizio dell’estate e la prospettiva delle vacanze. Perché parlarne a marzo dunque? Semplicemente per il suo nome, Cancro.
Il riferimento è nuovamente astronomico e si riferisce al fatto che quasi duemila anni fa, Tolomeo incise in maniera indelebile i segni zodiacali nelle menti e nei cuori degli studiosi. Così indelebile è il segno creato da Tolomeo che tutt’oggi, aprendo un quotidiano, troviamo l’oroscopo che ci ricorda come chi fosse nato nel periodo dal 22 giugno al 22 luglio, sia del segno zodiacale del Cancro. Peccato solamente che in quella data, nel XXI secolo, il sole passi dalle parti della costellazione dei Gemelli, tra l’altro, in una posizione già molto vicino alla costellazione del Toro.
Questa notizia non sconvolgerà di certo chi è abituato a leggere questa rubrica; infatti, di precessione degli equinozi ne avevamo già parlato a gennaio 2023 nelle pagine dedicate all’Orsa Maggiore. Che ci piaccia o meno, il tema della precessione non può essere trascurato quando ci si vuole addentrare nelle storie del cielo, soprattutto quando si tirano in ballo le costellazioni dello zodiaco.
Facendo un breve riassunto, la precessione degli equinozi è quel fenomeno celeste, che a causa della rotazione dell’asse terrestre attorno alla verticale al piano di rivoluzione, rotazione che richiede 25772 anni, fa spostare ogni anno di 50,3” d’arco la posizione con cui osserviamo il sole attraversare l’eclittica, rispetto alle stelle più lontane. In parole povere, ogni anno, a parità di ora e giorno del calendario, le stelle sono spostate di 50,3” d’arco rispetto l’anno precedente.
Ecco, quindi, che al giorno d’oggi, 2000 anni dopo Tolomeo, la costellazione del Cancro domina il cielo tra febbraio e marzo, quindi con uno scarto di circa 30° rispetto all’epoca degli antichi romani. Considerando infine che i 12 segni zodiacali coprono l’intera circonferenza dell’eclittica, ogni segno copre all’incirca 30°, ecco quindi spiegato come mai il sole si trovi nei gemelli al solstizio d’estate.
Chiarito quindi il legame che ancora una volta si cela tra cielo e terra, è doveroso far notare come il Cancro sia una costellazione poco appariscente, quasi insignificante ad occhio nudo, rispetto ai gemelli, al toro od al possente leone.
Anche la mitologia riserva al Cancro una narrazione di secondo piano, una di quelle narrazioni quasi difficili da credere. Si racconta infatti che un granchio fosse stato mandato da Era a distrarre Ercole mentre era già ingaggiato nell’arduo combattimento contro l’Idra, il mostro dalle molte teste con la capacità di rigenerarsi. Il prode granchio, sebbene con un compito ingrato, si lanciò contro l’eroe, il quale senza tanto degnare di attenzioni il nuovo assalitore, lo calpestò uccidendolo immediatamente. Come ricompensa per la fedeltà dimostrata, lo sfortunato crostaceo venne posto nel cielo tra le altre stelle del firmamento. Se anche il mito del granchio può sembrare poco affascinante, è bene tuttavia sapere che, al suo interno, la costellazione cela un mito ben più intrigante che ci parla di un dio dell’Olimpo abbastanza discutibile: Dioniso (o Bacco), il dio del vino, delle feste e dei piaceri.
La leggenda narra di come i Giganti, dopo la sconfitta dei Titani si ribellarono a Zeus iniziando a scagliare massi e tizzoni ardenti contro il monte Olimpo ed i suoi abitanti. Venne presto ingaggiata una strenua battaglia dove tuttavia Zeus, con l’aiuto dei fratelli e figli, stava avendo mal partito.
Solo un mortale, vestito di pelle di leone, poteva assestare il colpo di grazia nella lotta contro un Gigante. Quel mortale era Ercole. Inviata quindi Atena a convocare l’eroe, la battaglia infuriò ferocemente fino a quando si creò una situazione di stallo. A risolvere la situazione, il mito racconta, furono due asinelli cavalcati da Dioniso e Sileno (satiro e tutore di Dioniso), secondo altre versioni invece furono Dioniso ed Efesto a giungere alla battaglia a cavallo di asini. Il ragliare degli animali mise in fuga i giganti i quali, non avendo mai visto una bestia simile, temevano si trattasse di qualche mostro feroce. Fu così che messi in fuga, caddero l’uno dopo l’altro sotto la clava di Ercole. Come ricompensa per il forte cuore delle due bestie che mutarono le sorti della battaglia, Dioniso le pose in cielo assieme ad una mangiatoia. Queste stelle portano i nomi Asellus Borealis (γ Cancri) e Asellus Australis (δ Cancri) laddove Asellus è un termine latino diminutivo di asìnus, cioè Asino. Dioniso, tuttavia, gli concesse anche una mangiatoia, che in greco si traduce “Phatne”.
Fu poi Tolomeo a convertire il termine in latino, un termine che noi ben conosciamo come “Praesaepe”. Anche se in italiano, “praesepe” diventa mangiatoia, questo non dovrebbe stupire, visto che il Presepe o presepio della tradizione cristiana, rappresenta la nascita del Gesù bambino, il quale venne poi posto a dormire in una mangiatoia. É sempre poi interessante ricordare che la primissima rappresentazione del presepe cristiano, venne realizzata da San Francesco il 25 dicembre 1223 a Greccio in provincia di Rieti. Secondo le fonti francescane, infatti, il desiderio di Francesco si riassume in queste parole: “in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello “. Per l’occasione venne infatti allestita una mangiatoia con il fieno, un bue ed un asino. Li, in questo misero spazio, venne poi celebrata l’eucarestia da un sacerdote. Quindi la prima rappresentazione del presepe cristiano si può riassumere in… una mangiatoia.
Per gli astrofili, il presepe rappresenta invece un famoso oggetto del profondo cielo, meglio noto come M44. Si tratta di un ammasso aperto distante da noi circa 577 anni luce, anche se le stelle che lo compongono sono date circa un miliardo di anni (il sole ne ha circa 5 miliardi e la terra circa 4,5) tanto da essere accomunate spesso alle Iadi, ammasso aperto nel Toro datato in maniera analoga.
Il cancro, pur essendo una costellazione molto debole e poco appariscente, racchiude però in sé una sovrabbondanza di significati e collegamenti anche in contrapposizione tra loro. Ciò che dovrebbe stupire maggiormente dovrebbe essere la dissonanza tra la mangiatoia degli asinelli di Dioniso, divinità dei vizi, e la mangiatoia del Presepe, umile riparo del figlio di Dio, venuto per salvare i peccatori dai vizi e condurli verso le virtù. D’altronde ormai lo abbiamo imparato, l’astronomia, ed il significato di cui gli uomini rivestono il cielo, ha permeato la storia dell’umanità, i suoi miti e le leggende, rendendo il legame tra noi e le stelle indissolubile.
Come diceva infatti la ormai compianta Margherita Hack: “siamo fatti di stelle”. Ma questa, è un’altra storia.
di Fabrizio Benetton
Bibliografia:
Grande guida dell’astronomia, Libreria Geografica in collaborazione con A.S.I.,
Wikipedia – the free enciclopedia (Versione Italiana ed Inglese)
I miti Greci, di Robert Graves, ed. Longanesi 2021
Storie del cielo – Il giro del mondo in 365 notti - https://www.storiedelcielo.it/
Stories of Astronomers and Their Stars – David Falkner – The Patrick Moore Practical Astronomy Series – Springer book
Fonti Francescane, Vita prima, di Tommaso da Celano, Capitolo XXX, paragrafo 468
Immagini:
Wikipedia – the free enciclopedia
Atlascoelestis.com – di Felice Stoppa
Ercole uccide l'Idra - Hans Sebald Beham, Philadelphia Museum of Art , 1545
Presepe di Greccio, Affresco del 1295, Giotto, Basilica Superiore di Assisi