La stella dei Magi

In ogni presepio del mondo, sopra la grotta che ospita la sacra famiglia, o sulla punta dell'albero addobbato per la festa, trova posto da tempo immemorabile una splendente stella cometa. Vuole la tradizione che i re Magi fossero stati guidati nel luogo dove nacque Gesù proprio da una luminosa cometa, divino messaggero del glorioso evento. Ma quanto c'è di verificabile, dal punto di vista astronomico, in questa affascinante rappresentazione? La stella dei Magi è esistita davvero?

Per rispondere a tale domanda è necessario andare alla ricerca di tutti i possibili fenomeni astronomicamente rilevanti, e possibilmente riportati nelle cronache dell'epoca, avvenuti in corrispondenza della nascita di Gesù. Si sottolinei subito il fatto che la ricorrenza del Natale al 25 dicembre non è giustificata da alcun riscontro storico, ma è semplicemente una data che è stata accettata come storicamente certa da Sant'Agostino verso la metà del IV secolo. Su questa data per lungo tempo la comunità cristiana fu dubbiosa, visto che mancava al riguardo una tradizione apostolica. L'origine della natività del 25 dicembre andrebbe considerata nell'ottica di un'importante festa pagana, la celebrazione del Sol Invictus, dio del Sole e signore dei pianeti: in quei giorni, infatti, avviene il solstizio invernale, che segna il momento a partire dal quale il Sole riprende il suo moto in salita sull'eclittica facendo allungare di conseguenza le giornate. Il messia veniva spesso descritto come "Sole di giustizia" e lo stesso vangelo ne parla a volte paragonandolo al Sole. Ecco spiegata la preferenza per questa data: la scelta del 25 dicembre sembra quindi essere derivata dalla necessità, per la nuova religione del Cristianesimo che si stava diffondendo, di contrapporre una festa cristiana ad una pagana.

In maniera analoga l'anno zero della nostra era fu stabilito dal monaco sciita Dionigi il Piccolo (VI secolo) dopo laboriosi calcoli il quale doveva coincidere con il 754° anno dalla fondazione di Roma. Oggi sappiamo che Dionigi sbagliò almeno di quattro anni perché il vero anno zero dovrebbe risalire al 754 ab Urbe condita o ancor prima. Nei Vangeli ci sono due riferimenti a fatti storici dai quali è possibile definire un limite superiore e uno inferiore alla data di nascita di Cristo. Il primo è il censimento di Cesare Augusto, che potrebbe aver avuto luogo tra l'8 e il 6 a.C. come sostenne l'apologeta cristiano Tertulliano (II - III secolo) nel suo Adversus Marcionem, mentre il secondo è la morte di Erode, posteriore alla nascita di Cristo che lo storico Flavio Giuseppe (I secolo) riporta nelle sue Antichità Giudaiche come avvenuta poco dopo l'eclisse di Luna visibile a Gerico, che probabilmente è quella del 13 marzo del 4 a.C., e poco prima della Pasqua ebraica. Alla luce di ciò, la nascita di Cristo si dovrebbe situare tra l'8 a.C. e la primavera del 4 a.C. Si ricordi che Erode "mandò ad uccidere tutti i maschi che erano in Betlemme dall'età di due anni in giù, secondo il tempo del quale s'era esattamente informato dai Magi" (Matteo 2, 16).

Di quale tempo si tratta? È il tempo della prima apparizione della famosa stella che secondo Matteo guidò i Magi verso la Palestina. Se si riuscisse a capire qual è l'evento astronomico a cui i Vangeli si riferiscono e se si trovasse menzione di questo evento in qualche antico annale astronomico, il problema della datazione della Natività di Cristo sarebbe risolto.

Il Vangelo di Matteo e alcuni Vangeli Apocrifi (testi religiosi esclusi dal canone della Bibbia cristiana) sostengono che i tre Magi intrapresero il loro viaggio verso Gerusalemme a causa dell'apparizione di una non meglio precisata "stella". Questa stella riapparve a Gerusalemme (dove i Magi avevano avuto un incontro con Erode), guidò i tre sapienti fino a Betlemme e si fermò sul posto dove si trovava il Bambino Gesù.

Matteo parla genericamente di una stella anche se in tutti i presepi vediamo raffigurata una cometa.

Il primo ad interpretare la stella dei Magi come un oggetto astronomico fu Origene, un teologo alessandrino grande studioso dei Vangeli, vissuto nel III secolo, nel suo Contra Celsus. Origene era convinto che la stella dei Magi fosse una brillante cometa. Però la tradizione di apporre una cometa nei presepi ebbe inizio con Giotto. Il grande pittore era rimasto affascinato dal passaggio della cometa di Halley del 1301 e da un'altra brillantissima cometa apparsa subito dopo e immortalò l'evento nella sua "Natività", uno degli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova (1304).

Le cronache astronomiche occidentali, quelle babilonesi, cinesi, coreane non evidenziano il passaggio di una cometa brillante nel periodo in esame, ma riportano il passaggio di una di esse nel 12 a.C. Ora sappiamo che quella fu la famosa cometa di Halley. Tale vento è però da escludere dato che è troppo precedente le date che interessano.

In quei tempi non fu osservata né una nova né una supernova. C'è da dire che se l'evento astronomico in questione fosse stato alquanto vistoso, Erode non avrebbe avuto la necessità di consultare i Magi, a meno che il fenomeno in questione non dovesse essere interpretato in maniera simbolica in quanto rivestiva una grande importanza.

Le comete, nove e supernove sono oggetti eccezionali e veramente suggestivi ed affascinanti (basti ricordare la cometa Hale Bopp apparsa durante la primavera del 1997) ma non certo unici nel loro genere, soprattutto agli occhi degli antichi astrologi e sacerdoti che erano profondi conoscitori dei fenomeni celesti. Non si capisce, allora, per quale motivo, a fronte di un evento più o meno spettacolare ma non unico, i Magi abbiano intrapreso il loro viaggio e soprattutto per quale motivo si fossero diretti in Palestina e non verso una qualsiasi altra destinazione.Detto ciò, la stella dei Magi doveva essere un evento astronomico poco appariscente (fu ignorato dai più) ma carico di significato dal punto di vista astrologico.

Nei primi anni del XVII secolo Johannes Kepler (nome italianizzato Keplero) propose un'ipotesi, che pubblicò nel suo De anno natali Christi, che di recente ha ricevuto un'inaspettata conferma. Nel 1604 Kepler osservò l'apparizione in cielo di una brillante supernova nelle costellazione di Ofiuco e da ciò dedusse che solo un evento altrettanto grandioso avrebbe potuto mettere in risalto la Natività di Cristo. Nei mesi precedenti aveva seguito Giove e Saturno stranamente vicini nella costellazione dei Pesci. Kepler si accorse che nel 7 a.C. l'evento fu rarissimo perché Giove e Saturno si erano avvicinati fino a circa un grado di separazione angolare (due volte la grandezza apparente della Luna Piena), non una ma ben tre volte di seguito nella costellazione dei Pesci, rispettivamente il 29 Maggio, il 29 Settembre e il 4 Dicembre secondo i calcoli del celebre scienziato.

Congiunzioni triple tra Giove e Saturno si ripetono ogni 120 anni ma occorrono circa 800 anni perché il fenomeno si ripeta nella costellazione dei Pesci. Questo avvicinamento dei due pianeti sviluppatosi per un periodo di tempo così lungo da accompagnare i Magi durante tutto il loro viaggio, sembra davvero essere un ottimo candidato per l'evento celeste descritto nel Vangelo di Matteo. La sua ipotesi poteva dunque essere vera. Forse i Magi avevano interpretato astrologicamente l'evento in questi termini: un nuovo grande re (Giove) di giustizia (Saturno) sta per nascere tra gli Ebrei. Infatti, i Pesci, segno d'acqua, erano associati a Mosè e per estensione al suo popolo. Questa interpretazione originale di Kepler è stata ripresa negli anni '70 dall'astronomo inglese dell'università di Sheffield David Hughes, che ha pubblicato forse il più noto libro sul tema della stella dei Magi, The Star of Bethlehem Mystery. Hughes ricostruisce l'evento con grande attendibilità storica aiutato in particolare dal ritrovamento di alcuni antichi documenti babilonesi scritti in caratteri cuneiformi, che riportavano con grande enfasi per l'anno 7 a.C. l'avvicinamento di Giove a Saturno tra le stelle dei Pesci, a dimostrazione che l'evento era stato previsto, era atteso e che ad esso si accordava notevole importanza.

Hughes inoltre tenta anche una precisa ricostruzione della data di nascita di Cristo. Una possibile ricostruzione dei fatti potrebbe essere la seguente. I Magi, secondo la tradizione, provenivano da Sippar, antica città babilonese situata fra il Tigri e l'Eufrate a circa 900 chilometri ad est di Gerusalemme. A fine maggio osservano il primo attesissimo avvicinamento dei due pianeti e, recepito il messaggio astrale, partono a dorso di cammello per Gerusalemme. Vi arrivano in corrispondenza del secondo avvicinamento, sono ricevuti da Erode, gli fanno notare il "segno" e apprendono che le antiche profezie davano Betlemme, nove chilometri in direzione sud, come luogo di nascita di Gesù. I Magi si dirigono così a Betlemme durante il secondo avvicinamento. "Ed essi, veduta [di nuovo] la stella si rallegrarono di grandissima gioia" (Matteo 2, 10). Secondo le moderne ricostruzioni in prima serata i due pianeti si trovavano in direzione sud-est; la presenza della Luna ne risaltava ancora di più la fermissima luce poiché indeboliva quella delle stelle; viaggiando verso sud i pianeti si trovano proprio davanti e i Magi hanno come l'impressione di essere preceduti e guidati dalla congiunzione planetaria. Quando i tre arrivano a Betlemme si può supporre che i pianeti siano al meridiano. Quando una stella o un pianeta transita al meridiano raggiunge la massima altezza sull'orizzonte (si dice che "culmina") e sembra fermarsi. I Magi vedono così la congiunzione fermarsi sulla casa, entrano e incontrano il Bambino. Secondo questa interessante e suggestiva ipotesi la nascita di Gesù Cristo sarebbe avvenuta nell'anno 7 a.C. nel mese di settembre.

È possibile affermare alla luce delle precedenti ipotesi che Cristo nacque nel 7 a.C.? Certamente no, poiché sono molte ancora le questioni da risolvere. Ad esempio perché solo Matteo parla della stella e non gli altri Evangelisti? Non si può nemmeno escludere che la stella di Matteo sia semplicemente un'invenzione letteraria, non oggetto celeste, ma testimonianza simbolica di una presenza celestiale nel momento in cui nacque Cristo. Il che, naturalmente, nulla toglie alla religiosità e all'importanza dell'evento stesso. Dopotutto la Bibbia non è un trattato scientifico nel quale ogni affermazione può e deve essere verificata e confrontata con la realtà; la Bibbia è una raccolta di antiche cronache sumere, babilonesi ed ebraiche che riflette il modo di pensare e di scrivere di uomini vissuti migliaia di anni fa. Di conseguenza leggere ed interpretare le righe bibliche con lo spirito e la testa di noi uomini del terzo millennio non è propriamente corretto.

Buon Natale e Cieli sereni a tutti!

Petali di stelle

Il cielo estivo è ricco di fascino e di oggetti veramente belli e straordinari da osservare. Tuttavia le condizioni metereologiche non sono sempre state le migliori e molto spesso si è dovuto pazientare non poco prima che le stelle andassero ad impreziosire il cielo notturno. Tutto ciò è successo la sera del 30 luglio nella Piazza della Fontana del comune di Monclassico. Il comune ha organizzato in collaborazione con Astronomia Valli del Noce una serata di osservazione della volta celeste. Il titolo dell’evento è stato “Petali di stelle”.

Inizialmente il cielo coperto non ha mostrato le sue meraviglie e il centinaio di persone che assistevano sono stati catturati dalle splendide immagini proiettate e dalle precise spiegazioni dei due relatori, Christian Stringari e Mario Sandri. Si è parlato di stelle cadenti, comete, ma in generale si è disquisito sulla scienza del cielo: quando e dove nascono le costellazioni, perché sono poste in cielo, chi le ha inventate, etc. Tutte domande che hanno catturato l’attenzione del pubblico.

Ahimè, non è stato possibile osservare i numerosi pianeti che vi erano in cielo: Venere, Marte, Giove e Saturno. Tuttavia, a poco a poco il cielo si è aperto ed ha permesso di osservare le principali costellazioni. Ed ecco apparire il triangolo estivo con Vega, Deneb ed Altair. Si vede bene la Via Lattea nella costellazione del Cigno. A poco a poco il cielo si apre sempre di più, fino a permetterci di osservarlo tutto. Ed ecco l’Orsa Maggiore e Minore con la stella Polare. Cassiopeia, Bootes, Hercules, Corona Borealis.

Incuriositi gli spettatori possono osservare anche Ofiuco, la tredicesima costellazione zodiacale, detto anche il Serpentario perché tiene in mano un serpente. Ofiuco rappresenta i primo medico della storia. Non solo sono state osservate le costellazioni, per ognuna di queste è stata raccontata una bellissima storia associata. Il cielo dunque è una sorta di libro dove si possono leggere i miti e le leggende del mondo antico.

Però l’attenzione è stata anche catturata in particolar modo da due oggetti bellissimi del profondo cielo: M13, il Grande Ammasso di Ercole, e M57, la Nebulosa Anello nella costellazione della Lira.

L’incontro è stato ripetuto la sera del 27 agosto. Anche qui le condizioni meteo non sono state delle migliori ed hanno permesso di osservare solo alcune costellazioni. Tuttavia si sono riusciti ad osservare in particolare la Luna e Giove sopra l’orizzonte est. Questi due oggetti distavano poco tra di loro.

È fantastico osservare Giove coi suoi quattro satelliti principali Io, Europa, Ganimede e Callisto. Questi sono stati osservati la prima volta 401 anni fa da Galileo Galilei. Anche se fonti storiche affermano che Ganimede sia possibile osservarle in condizioni di cielo ideali e che il primo a fare ciò sia stato un astronomo cinese, Gan De, nel 364 a.C.

La cosa migliore, tuttavia,  è stato l’apprezzamento del pubblico entusiasta di poter osservare il cielo attraverso un telescopio. Allora non mi resta che sperare di vedervi alla prossima serata!

Cieli sereni a tutti!

Informazioni

Astronomia Valli del Noce è un portale che vuole essere un punto di incontro e di informazione per l'attività astronomica che si svolge in Val di Non e Val di Sole (Trentino), ma non solo. Vuole anche essere un punto di partenza per tutti quegli astrofili alla ricerca di informazioni sul mondo dell'astronomia e per tutti quei neofiti che si avvicinano per la prima volta all'astronomia.

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