Un biglietto andata/ritorno per la Luna in cinquantatré giorni, un orbiter, un lander, un modulo di risalita e uno di rientro. E una valigia che parte vuota e torna piena. Questa in due righe la missione cinese Chang’e-6, partita per visitare brevemente il lato nascosto della Luna e riportarne alcuni campioni, per la prima volta, sulla Terra. Campioni che, già alle prime analisi, hanno mostrato dettagli inediti: il sito da cui provengono era vulcanicamente attivo circa 2,8 miliardi di anni fa. Lo studio, condotto nel laboratorio di Li Qiuli all’Istituto di geologia e geofisica dell’Accademia cinese delle scienze, è stato pubblicato oggi su Nature, e suggerisce che l’attività vulcanica sul mare basaltico in questa regione è stata presente per più di 1,4 miliardi di anni.
La missione cinese Chang’e-6 è partita lo scorso 3 maggio. Direzione, l’enorme bacino bacino Polo Sud-Aitken, su cui è atterrata il 2 giugno: si tratta di un cratere meteoritico di oltre duemila chilometri di diametro situato sul lato a noi nascosto della Luna, vicino al polo sud lunare. Qui, con l’aiuto di una trivella e una paletta, il lander ha prelevato del materiale e l’ha riportato sulla Terra appena 23 giorni dopo, il 25 giugno. Una missione lampo che ha fatto la storia, consegnando circa due chilogrammi di materiale da una regione lunare finora inesplorata. Sul lato della Luna che guarda la Terra, infatti, di visite e prelievi di materiale ce ne sono stati numerosi. I campioni lunari provenienti dalle missioni Apollo, Luna e Chang’e-5, in particolare, hanno stabilito che il vulcanismo sul lato a noi vicino della Luna ha avuto luogo tra 4 e 2 miliardi di anni fa. Tuttavia, la mancanza di campioni provenienti dal lato a noi nascosto della superficie lunare non ha permesso di confermare i tempi dell’attività vulcanica per quella regione.
Cosa che è stata ora possibile grazie a Chang’e-6, che ha recuperato campioni dal bacino Apollo, situato nel bacino nord-orientale del Polo Sud-Aitken: un’area in cui la crosta lunare è più sottile, e che offre l’opportunità di studiare il vulcanismo dell’altra faccia della Luna. E che, stando ai risultati, conferma la storica e ben nota asimmetria fra il volto a noi visibile e quello nascosto del nostro satellite.
Gli autori dell’articolo hanno analizzato 108 frammenti di basalto (un tipo di roccia vulcanica) contenuti in due campioni di suolo raccolti da Chang’e-6, utilizzando un processo chiamato datazione piombo-piombo, che misura gli isotopi del piombo per determinare l’età dei campioni. Fra questi hanno trovato un frammento di basalto ad alto contenuto di alluminio di circa 4,2 miliardi di anni, mentre la maggior parte dei frammenti di basalto studiati aveva un’età di formazione risalente a circa 2,8 miliardi di anni fa. Secondo gli autori, questa età rappresenta l’episodio vulcanico principale nel sito di atterraggio di Chang’e-6: un’eruzione sorprendentemente giovane e non riconosciuta dalle osservazioni effettuate su campioni provenienti dal lato a noi vicino della Luna.
Fonte: Media INAF