Mentre studiava le nove classiche utilizzando il Very Long Baseline Array (Vlba) del National Radio Astronomy Observatory, Montana Williams, giovane ricercatrice al New Mexico Tech, ha scoperto che V1674 Herculis potrebbe essere stata erroneamente classificata come semplice. Le nuove osservazioni – presentate in questi giorni a una conferenza stampa durante il 242esimo meeting dell’American Astronomical Society ad Albuquerque, nel New Mexico – hanno infatti evidenziato emissioni non termiche.
V1674 Herculis è la nova classica più veloce mai registrata, dove il sistema binario è formato da una nana bianca e da una compagna nana. Mentre la studiava con il Vlba, Williams ha confermato una inaspettata emissione non termica proveniente dalla nova stessa. «Le nove classiche sono state storicamente considerate semplici esplosioni, che emettono principalmente energia termica», spiega Williams. «Tuttavia, sulla base di recenti osservazioni con il Fermi Large Area Telescope (Fermi-Lat), questo semplice modello non è del tutto corretto. Sembra che siano un po’ più complicate. Utilizzando il Vlba, siamo stati in grado di ottenere un quadro molto dettagliato di una delle principali complicazioni, l’emissione non termica».
I rilevamenti di interferometria di lunghissima base (Vlbi) di nove classiche con compagne nane come V1674Her sono rari. Sono così rari che questo stesso tipo di rilevamento, con componenti radio di sincrotrone risolti, a oggi è stato segnalato solo un’altra volta. Ciò è in parte dovuto alla presunta natura delle nove classiche. «I rilevamenti Vlbi delle nove sono diventati possibili solo di recente grazie ai miglioramenti delle tecniche Vlbi, in particolare la sensibilità degli strumenti e l’aumento della larghezza di banda o la quantità di frequenze che possiamo registrare in un dato momento», afferma Williams. «Inoltre, a causa della precedente teoria delle nove classiche, non si pensava che fossero obiettivi ideali per gli studi Vlbi. Ora sappiamo che questo non è vero a causa delle osservazioni a più lunghezze d’onda che indicano uno scenario più complesso».
Questa rarità rende le nuove osservazioni un passo importante nella comprensione delle nove classiche e di ciò che alla fine porta al loro comportamento esplosivo. «Studiando le immagini del Vlba e confrontandole con altre osservazioni del Very Large Array (Vla), Fermi-Lat, Nustar e Nasa-Swift, possiamo determinare quale potrebbe essere la causa dell’emissione e anche apportare modifiche al precedente modello semplice», continua Williams. «In questo momento, stiamo cercando di determinare se l’energia non termica proviene da grumi di gas che si scontrano con altri gas ammassati che producono shock o qualcos’altro».
Poiché le osservazioni di Fermi-Lat e NuStar avevano già indicato che potrebbero esserci emissioni non termiche provenienti da V1674Her, ciò ha reso la nova classica un candidato ideale per lo studio, ancora più interessante a causa della sua evoluzione iperveloce e perché, a differenza delle supernove, il sistema ospite non viene distrutto durante quell’evoluzione, bensì rimane quasi completamente intatto e immutato dopo l’esplosione. «Molte sorgenti astronomiche non cambiano molto nel corso di un anno o addirittura di 100 anni. Ma questa nova è diventata 10mila volte più luminosa in un solo giorno, poi è tornata al suo stato normale in circa 100 giorni», conclude il ricercatore. «Poiché i sistemi ospiti delle nove classiche rimangono intatti, possono essere ricorrenti, il che significa che potremmo vederla esplodere, o esplodere dolcemente, ancora e ancora, dandoci maggiori opportunità di capire perché e come ciò avviene».
Fonte: Media INAF